H. BERGSON

Lo "slancio vitale"

Bergson riflette sul concetto di evoluzione, ma rifiuta sia l'evoluzionismo di H. Spencer, che considera meccanicistico, sia l'evoluzionismo finalistico, che considera un meccanicismo rovesciato: nel primo caso tutto risulta determinato da una causa passata, nel secondo tutto risulta determinato da un fine che è fuori dal presente; in nessuno dei due casi viene colto il nocciolo profondo della realtà.

 

Secondo Bergson nella natura e nell'uomo agisce una spontaneità perennemente creatrice, una forza libera e imprevedibile che è fuori da ogni schema deterministico: lo "slancio vitale".

 

Esso è "azione che di continuo si crea e si arricchisce" e si manifesta nelle piante, che si caratterizzano per la capacità di fabbricare le sostanze organiche con sostanze minerali; negli animali, che si caratterizzano per li movimento e l'istinto (e tentano direzioni feconde, come quelle dei vertebrati, che si evolvono fino all'uomo e altre non feconde come quelle dei molluschi); nell'uomo, che si caratterizza per l'intelligenza e quindi per la capacità di fabbricare strumenti per rispondere ai bisogni vitali.